“Ciò che si vede dipende da come lo si guarda. Poiché l'osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo.” Soren Aabye Kierkegaard
"L’uomo è ciò che mangia” Ludwig Feuerbach
La visione comune del corpo ritiene che noi siamo il nostro corpo. Questo rischia di creare un’identificazione con il corpo. Ad esempio quando si presenta una malattia grave in cui la persona afflitta diventa quella “cosa”, essa permette di farsi dominare e sottomettere completamente e la persona non riesce a vedere nessuna via d’uscita, nessuna alternativa. L’unica fuga che le rimane è attribuire la colpa e la causa alla malattia stessa.
“Fin da piccola mi sono domandata spesso come mai nel mondo ci fossero così tanti malati, malattie e ingiustizie. Mi chiedevo il perché venisse considerato “normale” tutto questo. Crescendo ho provato a rispondermi in vari modi, ma dentro di me c’era sempre una vocina che mi diceva “dipende tutto da te, Eva” e devo un grazie speciale per questo a tutte le anime che ho incontrato nel mio cammino fino a qui. Con il tempo, scontrandomi e incontrandomi con molti punti di vista, ho preso in considerazione l’ipotesi che ognuno crea la sua condizione e se non ti piace come stai vivendo è solo a causa tua. - Sono perfettamente consapevole della forza di un’affermazione simile in questa società ormai farmaco-dipendente e generatrice di patologia. - Ma chi è che davvero si fa carico di questa scelta? Esplorando varie idee, mi sono risposta con la parola: "anima". Molti potranno non essere d’accordo o pensare che sia un concetto che si rifà a qualche credo religioso, potrebbe anche essere, ma ad oggi personalmente non mi rivedo in questa definizione. Tanti maestri e tal volta anche scienziati si sono interrogati su questo termine “misterioso” che ad oggi viene tradotto in coscienza. Sicuramente non voglio avere la pretesa di definire con estrema certezza quanto segue, rispetto tutte le critiche. Sia chiaro, è la mia esperienza che parla. Se è vero che l’essere umano ha la possibilità di evolvere e se è altrettanto vero che esiste la reincarnazione, è grazie a quella che non solo io chiamo anima-coscienza che noi possiamo trasformarci e progredire. Quando parlo dell'assetto anima-coscienza intendo quell’insieme di memorie e informazioni trasmesse nel campo, l’autentica essenza priva di automatismi, deresponsabilità, potere, violenza, manipolazione, subordinazioni e vittimismo. Sono dell’idea che è presente in tutti noi. Attraverso ogni minima parte del corpo si esprime, prende forma e raggiunge il suo apice nell’arte.”
La vita è una danza e la danza è vita, è un’arte che si esprime nel movimento del corpo secondo un ritmo, presente in tutte le culture del nostro pianeta. Oltre ad essere una forma di espressione artistica in senso stretto, la danza sin dall’antichità è parte di rituali, di preghiere e di importanti momenti di aggregazione della collettività sia nelle feste popolari sia nelle cerimonie iniziatiche. Tutto parte dal corpo, in quanto l’essere umano è composto di atomi, materia e dunque energia.
“Ciò che si vede dipende da come lo si guarda. Poiché osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo.” Soren Aabye Kierkegaard
Danza BioQuantica è una pratica energetico-corporea di espressione artistica, ideata dalle ricerche condotte dalla Dott.ssa Eva Velicskov. È comunicazione immediata (non mediata dall’interpretazione), è emanazione (incarnare una nuova coscienza e divulgarla) attraverso lo spettacolo del movimento, dell’azione e del gesto, tramite i quali il così detto pubblico ne fa esperienza attiva. Nella pratica di questa forma artistica, si creano spazi geometrici nuovi che stimolano tutti i presenti ad effettuare un permanente spostamento di prospettiva, aprendo scenari sempre diversi che a loro volta stimolano l’immaginazione e la fantasia di ognuno, fino a creare un vero e proprio flusso di unione e connessione che si muove all’unisono.
Come oggi conferma anche la fisica quantistica attraverso il fenomeno dell’entanglement e come già sostenevano le antiche culture orientali ed indigene, la vita è costituita da campi energetici invisibili connessi gli uni agli altri. Per questo nella Danza BioQuantica, il fruitore contribuisce a creare un ritmo interpretativo al danzatore-rivelatore, il quale a sua volta è in continua disponibilità all’ascolto e all’accoglienza nelle diverse manifestazioni spazio-temporali, in assenza di quella volontà ordinaria e cosciente, nella quale vengono azzerati i ruoli interpretativi che solitamente ci “aiutano a stare nel mondo”.
Un invito a danzare con la vita (Bios) insieme alla profonda consapevolezza di essere energia, frequenze e vibrazioni in continua relazione e mutamento, significa danzare mettendosi in connessione con il centro, l’essenza, ovvero con la sorgente da cui origina tutta l’esistenza “lasciando che sia, che accada”, in completa fiducia. Inevitabilmente si esce dal tempo ordinario, caratterizzato da stress, tensioni, pensieri e preoccupazioni per entrare nella totale presenza di se stessi. Quando ci mettiamo a disposizione del movimento corporeo e fermiamo i pensieri, si creano le possibilità per mettere in atto un cambiamento di prospettiva, la cui percezione dipende esclusivamente dal punto di vista tramite cui si osserva.
L’immobilità intesa come assenza di movimento è un’astrazione mentale, poiché in natura non esiste. In natura il movimento è tutto ciò che esiste.
Qualsiasi manifestazione di malessere, fisico o psichico, non può prescindere dall’analisi della dimensione di vita contestuale dell’individuo. Diceva A. Damasio, noto neuroscienziato portoghese che “l’anima respira attraverso il corpo, e la sofferenza, che muove dalla pelle o da un’immagine mentale, avviene sempre nella carne.”
Con il superamento del dualismo cartesiano, il sistema mente-corpo diventa un tutt’uno imprescindibile. Questo ci dà il senso di come il corpo non può più essere considerato un semplice meccanismo governato da rapporti di tipo esclusivamente deterministico, ma sia un fenomeno assai complesso che va compreso a partire dal “sentire” della persona. Queste tematiche sono affrontate anche da nuove branche della medicina, in particolare con l’epigenetica. Sentire vuol dire fare esperienza di un vissuto che si esprime in primo luogo attraverso il campo energetico, il quale successivamente si estende nel percepito somatico e biochimico del corpo fisico.
“Il paradigma della fisica classica fondato da G. Galilei e da I. Newton è strettamente basato sul concetto di corpo isolato, ovvero del corpo privo di movimento. Questo modello è in netto contrasto con vari filoni tra cui quello epicureo della cultura greca, in cui invece materia e movimento sono intrinsecamente legati. Tale modello viene recuperato con la fisica quantistica, nata nel ‘900, in cui la materia non è separabile da un movimento. L’acqua liquida, il componente più abbondante della materia vivente è caratterizzata da movimenti interni che hanno un ritmo. È possibile estrarre dall’interno della materia vivente l’esistenza di oscillazione di natura elettromagnetica, la quale presenta una struttura intrinsecamente musicale. Il funzionamento complessivo dell’organismo vivente si fonda sul fatto che le varie componenti sono tra di loro in accordo di fase; le molecole eseguono quindi una danza, ognuna caratterizzata da un ritmo preciso. È evidente che si crea quindi la possibilità di un ponte tra il risultato, la ricerca scientifica e l’intuizione artistica.
All’inizio dell’800 Shelley, teorico di estetica, definiva l’esperienza artistica come la risonanza tra un soggetto e un oggetto, i quali si muovono su uno stesso ritmo. Walter Benjamin sosteneva che la domanda di che cosa sia oggettivamente un’opera d’arte è una domanda mal posta; la domanda ben posta, secondo il filosofo, era invece la seguente: dato un oggetto qualsiasi, quando questo oggetto diventa un’opera d’arte e per chi. In tal senso, un oggetto diventa un’opera d’arte quando c’è un essere umano che risuona.
Il funzionamento di un essere vivente si fonda sulla risonanza tra le sue parti, pertanto l’esistenza di un essere vivente è sia un fatto fisico sia un fatto estetico.
La bellezza è il risultato di una risonanza. Nel momento in cui il ritmo si ferma, la bellezza sparisce. Non è possibile in questi termini eterizzare il bene e il bello attuale e chiedere che rimanga costante, in quanto il bello è qualcosa legato ad un movimento non ad una stasi. In questa visione, il senso del bello attuale è consentire il bello del futuro. Legarsi al movimento ed aprirsi al futuro significa essere rivoluzionari.” Tratto da “Il mondo della danza” Emilio Del Giudice, febbraio 2014.
Danza BioQuantica è una pratica espressiva di meditazione dei corpi in movimento. È un modo semplice e potente per ri-connettersi con se stessi. È una danza che riattiva l’energia. Attraverso l’espressione libera della danza sentiamo la connessione con noi stessi, con le nostre relazioni, con il nostro ambiente e con la forza creativa dentro ed intorno a noi. Il tutto si svolge in uno spazio sicuro, autentico, non competitivo e libero da pregiudizi, in cui è possibile esplorare se stessi insieme agli altri. È uno spazio aperto di ascolto e di crescita. Non è necessario avere competenze di danza e non c’è un modo giusto o sbagliato per farlo. Non ci sono coreografie da imparare, ma tutte le abilità sono benvenute. Non serve nessun prerequisito, in quanto tutti possiamo mettere in movimento il corpo con le sue memorie.
«Rendi cosciente l’inconscio altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino».Carl Gustav Jung
Nei laboratori di Danza BioQuantica sono proposti percorsi di consapevolezza e coscienza, i quali permettono una crescita e uno sviluppo sia a livello intrapersonale sia interpersonale. Coinvolgendo tutti gli organi di senso, tramite le percezioni corporee, è possibile attraversare i propri spazi interiori, conoscerli e conoscersi tramite il proprio sentire, confrontandosi con i propri limiti inconsci per entrare in una dimensione che va oltre lo spazio-tempo, in cui è possibile sperimentare una totale presenza. Ogni incontro rappresenta uno stimolo per la conoscenza di se stessi e degli altri, dei linguaggi segreti del corpo e delle proprie capacità e risorse, ma soprattutto è un’occasione per mettersi in gioco spogliandosi delle maschere che indossiamo nella società per entrare nel magico mondo delle infinite possibilità di essere ed agire.
Frequentare un percorso di Danza BioQuantica offre anche la possibilità di ricevere i crediti formativi, validi per il conseguimento della Riqualificazione Professionale in ambito BioQuantico e l'iscrizione nel registro dei soci professionisti dell'Istituto di BioQuantica Applicata.
Contatti
email: danzabioquantica@gmail.com - Tel. 338 6226498
Biografia
Eva Velicskov, Dott.ssa in Psicologia Clinica e della Salute presso l'Università di Firenze, è ricercatrice e studiosa dello sviluppo del potenziale umano, in particolare integrando le discipline scientifiche con la psiche, il corpo e l'arte. Trainer in Danza BioQuantica qualificata E' facilitatrice in Mindfulness certificata e Professional Therapist presso l'International Pratitioners of Holistic Medicine - IPHM. Esperta in tecniche mente-corpo, è abilitata alla conduzione di Mirroring Group (gruppi di rispecchiamento), gruppi di crescita personale e gestione delle emozioni. Facilita gruppi su processi di cambiamento individuali e collettivi attraverso la consapevolezza del corpo. Esercita la sua attività professionale in qualità di Counselor presso Firenze. Professionista disciplinata ai sensi della legge n 4 del 2013
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